2 biennale d'arte contemporanea di salerno 2016
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Andrea Salpetre
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Andrea Salpetre

Andrea Salpetre vive e lavora a Milano. Negli anni ottanta consegue il diploma presso l'Istituto Europeo del Design di Milano, in Fotografia. Mentre frequenta i corsi apre il suo primo studio fotografico in cui si occupa di fotografia commerciale e pubblicitaria. Durante gli studi sviluppa una grande sensibilità per l'immagine e competenze di alta professionalità nella realizzazione di fotografie con tecnologia analogica. Fin da piccolo il suo rapporto con la fotografia è stato duplice: alla fascinazione per l'immagine pubblicitaria rispondeva una forte necessità di destrutturarla. Questo desiderio si è da sempre espresso in una ricerca continua, privata che a tratti ha potuto cristallizzarsi in immagini fisse, frammenti di un flusso che ci impone di interrogarci sul processo che le ha prodotte.
Andrea Salpetre reinterpreta le immagini analogiche del suo archivio personale intervenendo su di esse con tecnologie analogiche e digitali. La pellicola viene incisa, bruciata, dipinta e questo processo viene documentato passo per passo dallo sguardo di una macchina digitale. La rappresentazione digitale del processo di destrutturazione dell'immagine analogica costituisce l'opera in esposizione. Essa può trovare la forma dell'immagine singola, selezionata dall'artista, della composizione digitale di più immagini o può presentarsi come un video: una composizione cronologica delle immagini scattate, montate in passo uno, che restituisce la dimensione temporale nel processo di produzione del lavoro di Andrea Salpetre.
Salerno continua a regalarmi belle sensazioni. Nel 2014 ho vinto il 1° premio nella categoria video arte e per il 2016 sono stato selezionato tra gli artisti in quarantena.
SARA' SICURAMENTE UNA BELLA ESPERIENZA: confrontarci tra artisti è sicuramente una grande occasione.

Paolo Carlo Monizzi

E’ veramente strano come nella vita di una persona certe storie, certe situazioni possano acquistare significati e valori particolari. Così, nel mio caso, le Cotoniere Meridionali sono diventate il motivo ricorrente della mia vita a partire dal 1968.
In quell’anno io e Susie ci siamo sposati e siamo andati ad abitare a Nocera Inferiore in una delle ville delle Cotoniere in via Napoli (villa Daina) dove ho iniziato a dipingere . Nello stesso anno ho tenuto la mia prima personale presso il Dopolavoro delle Cotoniere di Salerno. Nel 2001 abbiamo trasferito la nostra residenza a Fratte (SA) nella palazzina delle Cotoniere in via dei Greci.  Nel 2016 vengo selezionato dalla Biennale di Salerno fra gli “artisti in quarantena” che dovranno vivere e lavorare per alcuni giorni nella dependance di Villa Wenner a Pellezzano, altra residenza storica delle Cotoniere. Fra due anni (altra Biennale) festeggerò i 50 anni di matrimonio e della mia attività artistica . Cosa mi riserverà il Fato?

In attesa di avere risposta a questo interrogativo vi racconto Paolo Carlo:
  • mia moglie dice che sono invasivo per via della mia quasi mania di raccogliere e conservare un pò di tutto.  E’ vero, perché quando lavoro riesco ad invadere anche i bagni e la camera da letto. Ma mi vuole bene lo stesso e poi si è inventata gli inviti pro ordine. Di tanto in tanto invita un amico o un parente così sono costretto a rimettere un poco di ordine. Mi piace definirmi un “Operatore estetico” lasciando ai posteri ampia possibilità di partorire giudizi, definizioni e commenti su di me e sul mio operato. Amo l’Arte, l’ Architettura e adoro la Musica che pratico da autodidatta dilettante strimpellando diversi strumenti. Ho tenuto diverse mostre personali e di gruppo collaborando con gruppi musicali, teatrali e di danza per la realizzazione di scene, manifesti o decori di oggetti e strumenti. Mi piace la cucina e odio le tasse ma non in quanto tali ma perché siamo sempre i soliti poveri fessi a pagarle mentre i dritti continuano a rubare i nostri soldi. Credo fermamente nella difesa dell’Ambiente e nella necessità di continuare a lottare per la PACE.
  • Per interrompere questi ragionamenti digitare 1
  • Per saperne di più chiamare il 347 588 4406
  • In caso di proteste o rampogne   … attendere …. attendere … attendere … attendere … attendere … attendere … attendere … attendere …. attendere … attendere … attendere …. attendere … attendere ...
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Paolo Carlo Monizzi
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Clara de Nictolis

Sono nata a Potenza e mi sono trasferita a Roma per frequentare l' Universita', laureandomi in Scienze Storiche e Antropologiche.
Affascinata dalle "arti minori" mi sono avvicinata al mondo del Restauro dei manufatti lignei.
Ho lavorato con passione nel settore in diverse imprese private, presso l'Istituto per l' Arte ed il Restauro e su opere di commissione vaticana.
Mi dedico alla pittura quasi per gioco, mettendo in pratica le tecniche apprese e cercandone di nuove del tutto personali.
Il tema del Tempo e le sue "patine originali " è tra i miei favoriti, come per ogni restauratore.
Con la mia partecipazione alla Quarantena posso affermare di poter creare, finalmente, qualcosa di mio!
La voglia di uscire dalla routine e di rompere i tecnicismi del mio lavoro ha rinvigorito la mia energia creativa aprendo una nuova "valvola di sfogo".
La mia personalità è solare ed ironica, ma sono alla continua ricerca di un equilibrio.
I miei amici mi descrivono come una buona diplomatica .... quindi ove il periodo di Quarantena risultasse per qualcuno un poco stressante e si dovessero creare tafferugli, suonate pure alla mia porta!
Sarà mia l' ultima parola!
Spero non l' ultima!
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Clara de Nictolis
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Lina Boffa

Questa sono io.
Mi sono spesso chiesta perché sia stata "fulminata" dall'incontro dei colori e dei segni, e credo che la spiegazione risieda proprio nella natura di poter creare con svariate tecniche ed essere liberi. La prima passione per il disegno, i colori  e la manualità tecnica la devo sicuramente a mio nonno, da lui ho imparato che immaginare la vita a colori è possibile e realizzabile, perché non c’è limite alla creazione.
“Quello che puoi immaginare lo puoi anche disegnare e dipingere in tanti modi, mi diceva sempre mio nonno”.
Per sviluppare tali capacità ho sentito la necessità di iscrivermi al Liceo Artistico e per affinare le tecniche ho proseguito la mia formazione presso l’Accademia delle Belle Arti.
Sono della provincia di Benevento ma napoletana di adozione. Dopo il Liceo Artistico, mi sono trasferita a Napoli, inizi anni ’90, e inspiegabilmente mi sono iscritta a Giurisprudenza.
​Ma ero fuori posto. Un giorno mi sono imbattuta in un'incisione a casa di una mia amica, non sapevo nulla di cosa fosse, sapevo solo che amavo ciò che vedevo e desideravo imparare ciò che vedevo. Così, mentre ero ancora solo formalmente iscritta a Giurisprudenza cominciai a frequentare il corso di incisione di Starita in Accademia a Napoli. Questo paradossalmente fu un vantaggio. Non essendo un'allieva ero sollevata dall'obbligo di seguire un piano di studi. Cominciai a frequentare tutti i giorni l'Accademia fino a quando decisi di iscrivermi.
La mia attività artistica è rivolta alla pittura e all’incisione in eguale misura, senza mai privilegiare una tecnica sull’altra.
Quello mio con l'Arte è un rapporto particolare, lavoro di pancia, sono viscerale e istintiva e, come mi definiscono i miei amici, vulcanica.
Questa è la definizione che spesso mi danno...
Con naturalezza riesco a colorare le giornate, che mi immettono in una realtà vibrante di luci e di colori, utilizzando anche materiali di riciclo come cartone, vetri, specchi e tutto ciò che mi emoziona.
Nella mia totale libertà non riesco a imprigionare il mio stile in una definizione precisa ed univoca, lascio che gli altri lo definiscano: astratto, informale, figurativo, fantastico, o semplicemente “stile”.
Sono sempre alla ricerca del modo per dare forma, di volta in volta, alle mie “immaginazioni”.
Credo che il bello dell’arte contemporanea sia proprio questo, mi stupisce, sia nel bene che nel male.
Sono sempre alla continua ricerca di cose nuove.
"L’artista è un ricettacolo di emozioni che vengono da ogni luogo: dal cielo, dalla terra, da un pezzo di carta, da una forma di passaggio, da una tela di ragno". (Pablo Picasso)
 

 

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