Le Biennali d'arte Contemporanea rappresentano per la città che le ospita un momento quasi magico; ne scaturisce un periodo di fermento, nel quale artisti di estrazioni e nazionalità diverse, possono confrontarsi e dare luogo ad un incipit di energie, semplici o complesse, che fanno riflettere e sono sempre di natura positiva e costruttiva.
Un po’ come accade per le partite di calcio, tutti diventano allenatori, così per l'arte succede qualcosa di simile: gli interlocutori che gravitano intorno alla manifestazione esprimono il loro assenso o dissenso, sulle opere scelte, sugli artisti selezionati e sull’organizzazione. Sembrerebbe una critica elitaria, in realtà è esattamente ciò che ci si aspetta da una Biennale: creare sensazioni, aprire il dialogo e – con un gioco di parole – essere, al tempo stesso, provocatoria. La Biennale non può essere una celebrazione preordinata e scontata, il visitatore può e deve trovare all'interno di essa qualcosa che lo disorienti o addirittura possa disturbarlo. Non è una comune collettiva d'arte, nella quale, il più delle volte, si lascia dominare il manierismo, ma un vero e proprio laboratorio del “sistema arte” in grado di provocare reazioni a catena. Non interessa tanto il percorso successivo che le opere avranno nel mercato o la loro futura collocazione, ciò che deve prevalere è il fenomeno della creazione, evitando il conformismo. |
Arch. Giuseppe Gorga
Vice presidente Salerno in Arte |
La seconda edizione, come la precedente, ha un sottotitolo: "Bambini traditi". Sarà il tema permeante, con il quale la Biennale chiuderà i battenti il 20 novembre, giornata mondiale dell'infanzia.
L'organizzazione, anche quest'anno, predilige la possibilità di dare una vetrina a talenti emergenti con "Contemporanea giovani".
Ritroviamo anche il format "Artisti in Quarantena", nel quale i creativi vengono ospitati, segregati e ripresi dalle telecamere, 24 ore su 24, per una settimana, nella dependance di Villa Wenner, gentilmente concessa dai proprietari.
Infine, orgogliosamente innovativi, guardiamo con grande interesse alle nuove espressioni artistiche. La Biennale di quest'anno, infatti, oltre alle forme d'Arte tradizionale, si apre all’innovazione, riconoscendo come arte, a tutti gli effetti, anche le forme più recenti della stessa, come il videogioco, il fumetto, il cartone animato, lo spot pubblicitario, il cosplay e tante altre, grazie anche alla recente collaborazione con lo IUDAV (Corso di Laurea in Videogiochi e Animazione).
Le due edizioni della Biennale di Salerno sono legate da un filo che, si spera, diventi sempre più lungo, e da una regola fondamentale che ha sempre contraddistinto noi curatori e che non sarà mai tradita: autonomia e libertà.
Auguro a tutti una buona Biennale.
Giuseppe Gorga
L'organizzazione, anche quest'anno, predilige la possibilità di dare una vetrina a talenti emergenti con "Contemporanea giovani".
Ritroviamo anche il format "Artisti in Quarantena", nel quale i creativi vengono ospitati, segregati e ripresi dalle telecamere, 24 ore su 24, per una settimana, nella dependance di Villa Wenner, gentilmente concessa dai proprietari.
Infine, orgogliosamente innovativi, guardiamo con grande interesse alle nuove espressioni artistiche. La Biennale di quest'anno, infatti, oltre alle forme d'Arte tradizionale, si apre all’innovazione, riconoscendo come arte, a tutti gli effetti, anche le forme più recenti della stessa, come il videogioco, il fumetto, il cartone animato, lo spot pubblicitario, il cosplay e tante altre, grazie anche alla recente collaborazione con lo IUDAV (Corso di Laurea in Videogiochi e Animazione).
Le due edizioni della Biennale di Salerno sono legate da un filo che, si spera, diventi sempre più lungo, e da una regola fondamentale che ha sempre contraddistinto noi curatori e che non sarà mai tradita: autonomia e libertà.
Auguro a tutti una buona Biennale.
Giuseppe Gorga